Archeologia Industriale - L'industria dei laterizi
Per quanto riguarda la piccola realtà nelle zone adiacenti alla Valle della Motta, l'industria dei laterizi rappresentò certamente la più importante attività dell'imprenditoria locale.
La zona, ricca di importanti giacimenti di argilla, ha fornito fin dall'antichità la materia prima per la fabbricazione di numerosi prodotti prevalentemente riservati all'edilizia, come mattoni, pianelle, coppi, tegole, ecc. Verso la metà dell'Ottocento la produzione nelle principali fornaci del Mendrisiotto era alquanto importante; trattandosi di prodotti di buona qualità, godevano di un'ottima reputazione da parte di molti costruttori ticinesi e italiani.
Oltre alla cava di argilla situata nella parte inferiore dell'abitato di Castel di Sotto, che fornì fino al 1979 la materia prima per le fornaci di Balerna, c'erano le rinomate fornaci di Boscherina. Quest'ultime, situate in prossimità della parte alta della Valle della Motta e demolite nel 1989, furono edificate nel 1870 per opera di Alessandro Maderni, figlio del noto architetto Vincenzo Maderni. Al suo interno si producevano diverse qualità di laterizi e oggetti artistici utilizzando l'argilla proveniente dalla cava situata in prossimità dello stabilimento.
Inizialmente a Boscherina la produzione si effettuava in modo completamente manuale; l'argilla estratta veniva caricata su carri e trasportata nell'area della fornace dove, con l'aggiunta di acqua, si lavorava fino a trasformarla in una massa pastosa di giusta consistenza. Per dare la forma desiderata ai laterizi, l'impasto di argilla veniva compresso manualmente negli appositi stampi di legno e lisciato in superficie con un po' di acqua; nei vecchi mattoni o coppi si possono ancora vedere chiaramente le impronte lasciate dalle dita dell'operaio. Terminata questa fase di lavorazione, il prodotto veniva lasciato per alcuni giorni ad essiccare all'aria aperta su appositi graticci e in seguito si trasportava alla fornace. Dopo essere stato accatastato nei forni seguendo precise regole, veniva sottoposto alla cottura finale che poteva durare fino a 7-8 giorni. Nel 1898 lo stabilimento di Boscherina fu dotato di attrezzature per la fabbricazione meccanica dei laterizi, inizialmente mosse da macchine a vapore.
Nell'anno 1935 l'Industria ticinese laterizi SA, proprietaria degli impianti, riuscì a produrre l'imponente quantità di 10 milioni di pezzi, dando lavoro fino a 85 operai a Boscherina e 60 a Balerna. Fin dall'inizio della sua attività, nei periodi propizi la fornace di Boscherina riusciva ad occupare oltre un centinaio di lavoratori.
Estrazione della sabbia
Come per l'attività fornaciara anche l'estrazione della sabbia, riservata al mercato edilizio, venne effettuata in Valle della Motta fin dai tempi antichi. Contrariamente all'argilla, estratta per la maggior parte dalla sponda destra della valle su territorio di Novazzano e Genestrerio, l'estrazione della sabbia viene estesa nel corso dei secoli a gran parte della sponda sinistra e prevalentemente sul territorio di Coldrerio.
A memoria d'uomo si ricordano piccole cave situate lungo tutta la via Santa Apollonia, da poco prima del cimitero fino oltre l'autostrada.
L'estrazione della sabbia ha probabilmente rappresentato, per svariate generazioni, un lavoro accessorio per alcuni e un'attività fissa per altri.
Rammentiamo che nel romanzo di Pio Ortelli "La cava della sabbia", edito per la prima volta nel 1948, il racconto è ambientato proprio in una cava situata in territorio di Coldrerio. Solo verso la metà del '900 degli estesi banchi di sabbia, situati su un pendio della parte alta della valle, vennero sfruttati in modo industriale per alcuni decenni fino all'insediamento della discarica per rifiuti.